Con l’avanzare del fronte alleato lungo la penisola Italiana a partire dall’estate del 1943, le principali città italiane vengono ripetutamente colpite dai bombardamenti aerei degli alleati. Gli obiettivi non sono solo gli importanti siti industriali e le raffinerie ma anche strutture ferroviarie e di comunicazione. Cioè infrastrutture che consentivano l’approvvigionamento bellico degli eserciti Nazi-fascisti.
Ad essere devastati sono anche interi quartieri. La popolazione italiana è pesantemente demoralizzata e il distacco della popolazione dal regime accelera la sua corsa.
Si inquadra in questo contesto la vicenda dei bombardamenti che colpirono il nostro ponte fra il 23 luglio 1944 e il 27 aprile 1945.
I documenti di archivio interessati dalla ricerca storica in esposizione, si riferiscono ai provvedimenti imposti dal Prefetto di Brescia e, dopo l’8 settembre 1943, dalle autorità di occupazione germaniche; rivelano l’intensificarsi dei provvedimenti di protezione antiaerea fino al momento dei bombardamenti (documentati dalle foto) che provocano le prime vittime e distruzioni anche a causa degli ordigni fuori obiettivo.
E’ una rincorsa ai rifugi antiaerei improvvisati e insufficienti, mentre le autorità della da poco costituitasi Repubblica Sociale Italiana, con una pioggia di norme e provvedimenti da seguire in caso di allarme aereo, mostrano una sicurezza destinata a non incidere sul morale già basso della comunità cittadina.