Comunicato stampa

Si è insediato lo scorso ottobre, il nuovo Comitato Direttivo della Fondazione Cicogna Rampana che ha sede in Villa Damioli. Il nuovo gruppo dirigente si è fatto carico dei problemi che da tempo investono l’Ente e il suo patrimonio storico-architettonico ma anche di altre inderogabili questioni. La prima delle quali è di adempiere alle nuove disposizioni di legge che regolano le funzioni degli enti del Terzo Settore (come lo è la F.C.R.), che da ONLUS dovranno a breve essere riconoscibili con l’acronimo E.T.S (Ente del Terzo Settore); un’altra non trascurabile questione riguarda il futuro prossimo di questa istituzione palazzolese che ha raggiunto i trentacinque anni di vita con il contributo di cittadini competenti e appassionati. Oggi è un fatto però che la ricerca e la divulgazione della storia del nostro territorio soffra di una serie di “vuoti”, il vuoto generazionale, il vuoto di un centro pulsante, il vuoto di un contesto motivazionale ed organico orientato alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Per questo urge dare una risposta ad interrogativi dalla portata non trascurabile, primo fra i quali chiedersi se il patrimonio ereditato dalla Famiglia Cicogna-Rampana-Damioli, rappresenti una risorsa o un problema che si aggiunge ai tanti esistenti; poi cosa debba essere la F.C.R. e quale contributo potrebbe dare alla promozione di nuova cultura urbana.

In questa ottica la migrazione da ONLUS a ETS non è solo una questione di sigle ed ha comportato all’interno del nuovo Comitato Direttivo l’avvio di un confronto serrato per arrivare alla formulazione di un nuovo Statuto in risposta ai dettami della normativa nazionale che impone la totale autonomia del Terzo Settore dalle Pubbliche Amministrazioni, ma anche dare risposte alle tante domande sul ruolo dell’Ente nelle relazioni con il territorio.

Sul versante “autonomia” quindi non sarà più il Sindaco a nominare il gruppo dirigente che sostituirà l’attuale in carica fino a quando le procedure concluderanno il percorso, ma sarà il Comitato dei Garanti, costituito dagli ex presidenti della F.C.R., a nominare i sei nuovi consiglieri: tre proposti dagli Enti cittadini che per Statuto svolgono attività di carattere storico-artistico e culturale e altri tre “emeriti cittadini” che liberamente si propongono. A questi di diritto, si aggiungerà l’Assessore alla Cultura.

E’ poi all’art. 2 dello Statuto sugli “Scopi” della Fondazione che spetta il compito di tracciare il percorso che coerentemente con il suo mandato l’Ente deve compiere, di attivarsi per “…la realizzazione di un sistema per il Museo diffuso della Città”. Un “Museo diffuso” che esce da un luogo chiuso per riappropriarsi del territorio circostante evidenziandone il valore. In tale prospettiva la conoscenza delle storie leggibili nelle tracce che il territorio conserva, si pone all’attenzione di Enti ed Amministratori, Istituzioni scolastiche, Associazioni e gruppi già presenti ed attivi sul territorio in ambito culturale e storico-artistico, nonché a quei soggetti pubblici e privati detentori di raccolte e gestori di siti a carattere storico.

La riscrittura delle modalità di nomina del nuovo Comitato Direttivo aperto alle realtà presenti nel territorio e ai singoli cittadini attivi nella promozione culturale, è stata formulata coerentemente con l’idea del territorio inteso come “Museo diffuso”, cioè luogo aperto e permeabile ai diversi contributi per ricuperare il senso di appartenenza collettiva ad un comune territorio. Da questa serie di argomentazioni nascono le linee pluriennali di indirizzo che tracciano concretamente le tappe del prossimo futuro della F.C.R. così riassumibili:

-presentazione pubblica del nuovo Statuto ETS alla cittadinanza;

-illustrazione del “Sistema Museo diffuso della Città”;

-organizzazione di convegni/giornate di studio/formazione con la partecipazione di studiosi ed esperti.