Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
I principi di uguaglianza come essenza della Democrazia
Uguaglianza formale
L’art. 3 si configura come l’architrave, il caposaldo dell’intera Carta costituzionale. Il principio di uguaglianza ispira e determina tutto il nostro ordinamento giuridico. Nel primo comma sono specificate le condizioni che potrebbero essere motivo di discriminazione di un individuo rispetto a un altro. Questo elenco è basato sull’esperienza storica, con particolare attenzione al regime totalitario fascista. Si pensi, ad esempio, alla condizione femminile e al diritto di voto negato, alle leggi razziali del 1938, alla mancanza di libertà di culto religioso, all’impossibilità di esercizio di un pensiero politico differente da quello imposto dallo Stato. Indipendentemente da queste differenze, si riconosce l’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge. Se per ipotesi, fosse emanata una legge che creasse distinzioni tra i cittadini in base alle loro convinzioni religiose, questa sarebbe incostituzionale.
Uguaglianza sostanziale
Nel secondo comma, partendo dal riconoscimento dell’esistenza di condizioni personali e sociali differenti, lo Stato si impegna in un compito di rimozione degli ostacoli all’esercizio pieno dei diritti di uguaglianza. Vi sono, infatti, cittadini ricchi o poveri, pienamente impiegati o disoccupati, sani o con impedimenti di tipo fisico o mentale. Sulla scorta di questo è inevitabile che ostacoli di tipo economico e sociale potrebbero frapporsi tra il cittadino e lo Stato, limitando fortemente la libertà e l’uguaglianza. Lo Stato deve quindi farsi carico di eliminare, attraverso apposite leggi, le differenze che possono crearsi tra i cittadini, favorendo, così, le classi sociali meno abbienti che, altrimenti, rimarrebbero tagliate fuori dalla vita dello Stato.
Secondo Istituto Comprensivo Statale di Palazzolo sull’Oglio
Materiali elaborati